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Concerto Muse @ Bologna (21 Novembre 2009) 24 Novembre 2009

Inviato da LukePet in : Artisti, Concerti, Musica, Recensioni, Suoni , trackback

Come ho comunicato in precedenza Sabato scorso sono stato a Bologna a godermi i Muse dal vivo. Si percepiva che l’evento era atteso da molti…nuovo album, nuove canzoni, nuovo tour, nuova scenografia…insomma gli ingredienti per un grande show c’erano tutti. E così è stato.

Muse @ Bologna

(fonte: http://www.flickr.com/photos/franfiorini/4124480510)

La trasferta “concertara” inizia ufficialmente alle 15, nel preciso istante in cui poso il mio bel fondo schiena al posto di comando della mia Multipla e parto in direzione Bologna. A questo giro gran parte del viaggio di andata lo faccio da solo, il fedele compagno con cui mi godrò il concerto entrerà in scena solo nei pressi di Cesena. Quindi per 150Km abbondanti sono solo io, la mia multipla e la mia musica…una migliore situazione di preparazione alla serata non poteva esserci.

Verso le 17 sono a Cesena. Piccolo pit-stop, carico il Fiosk e si riparte. Il viaggio verso Casalecchio Di Reno scorre liscio fino a circa 3 chilometri dall’arrivo, dove ci imbattiamo nell’inevitabile coda che porta al Futurshow Station. Tre lunghi chilometri percorsi a passo di lumaca e che mandano in frantumi i piani inizialmente previsti per la cena.

Finalmente ce la facciamo e, dopo aver pagato la bellezza di 7 (si si, ho detto 7!) euro per il parcheggio, riusciamo a schiodarci dai sedili. Una volta scesi, la prima cosa che inevitabilmente notiamo è la massiccia presenza di bagarini che presenziano ogni angolo dell’area antistante al palazzetto, cercando di attirare l’attenzione dei passanti al grido di “compro-vendo-biglietti” (il concerto è sold-out e quindi ogni biglietto disponibile si trasforma in un bene assai prezioso).

Manca circa una mezzoretta prima dell’inizio del live (previsto per le 20:30), così cerchiamo di liquidare la pratica “cena” fiondandoci sul primo paninaro che ci capita a tiro. Il ristoro è di quelli “assassini” e vede protagonista un “paninozzo” con peperoni, cipolle e salciccia…na bomba che si riesce a mandar giù solo con l’aiuto di un paio di birre.

Il primo concerto dei Muse che ho visto è stato proprio a Bologna (era il 2006 e questo blog ancora non esisteva) e proprio al Palamalaguti (ora Futurshow Station)…ritornarci dopo tre anni per lo stesso artista fa riemergere una strana sensazione di déjàvu.

Proprio mentre il mio organismo è in piena lotta con i peperoni appena mangiati (che iniziano a “riproporsi”) mettiamo i piedi sul gremito parterre. Farsi spazio per conquistare preziose posizioni verso il palco è un’impresa tutt’altro che facile…ma siamo fiduciosi. Optiamo per una strategica zona laterale, pronti ad irrompere verso il centro quando sarà il momento.

Qualche minuto di attesa, musica che si dissolve, luci che si spengono, boato, intro…e che intro! Tre torri quadrangolari che si erigono in mezzo al palco prendono vita in un crescendo di intensità luminosa…sagome di uomini in movimento vengono proiettate sui lati di ogni torre…e poi tutto ad un tratto, giù i teli! Bellamy, Howard e Wolstenholme irrompono in scena e parte “Uprising”. Inizio veramente spettacolare.

(fonte: http://www.youtube.com/user/coldplaymario)

Il parterre si scatena, correnti di persone in movimento che cantano in coro la melodia del brano…una situazione decisamente favorevole per avanzare verso il cuore del marasma.

La scenografia è decisamente “esagerata”, i tre musicisti suonano su dei blocchi animati da luci e proiezioni e che si alzano e si abbassano come fossero ascensori…da veri “sboroni”. Bellamy si presenta pure con occhiali luminosi addosso (che “sbruffoncello”!), occhiali che verranno poco dopo lanciati verso il pubblico.

La scaletta vede i brani dell’ultimo album “The Resistance” alternarsi ai vecchi successi…“New Born” arriva quasi subito ed infiamma l’atmosfera. Proprio durante “New Born” le luci danno il meglio…entrano in gioco dei fantastici laser verdi a formare decine di raggi in rapido movimento, un effetto entusiasmante.

“Map Of The Problematique” e “Supermassive Black Hole” sono sempre efficaci e, soprattutto, sono efficaci i vari riff che in diverse occasioni accompagnano la coda dei pezzi. La risposta del pubblico è positiva anche sui nuovi brani…“MK Ultra” e “United States Of Eurasia” sembrano già dei cult.

Un’energica jam basso-batteria apre la strada ad “Undisclodes Desires” (ultimo singolo sfornato), durante il quale ritornano anche gli affascinanti laser…ad un certo punto mi volto e noto il piacevole effetto che gli stessi sviluppano nella parete opposta al palco (sono piccolezze che rimangono impresse).

Il tris di pezzi che chiude la prima parte di concerto è al bacio. “Plug In Baby”, “Time Is Running Out” e “Unnatural Selection” completano perfettamente il quadro della prima parte di esibizione.

Ma il meglio arriva nel finale…tre pezzi tra i miei preferiti in sequenza. “Exogenesis” (nella sua prima parte), “Stockholm Syndrome” e l’immancabile “Knights of Cydonia” (introdotta con un omaggio “morriconiano” sulle note di “Man With A Harmonica”). “Knights of Cydonia” è proprio la canzone più adatta per chiudere il concerto…il crescendo che scatena il riff finale è l’ideale per raccogliere tutte le energie rimaste e sfogarle buttandosi in mezzo alla mischia.

Fumo, applausi, saluti…fine.

Non sono neanche le 23 ed il concerto è concluso. Un paio d’ore tiratissime in cui si è sudato parecchio, si è cantato, si è urlato…insomma un salutare lasciarsi andare.

Per la cronaca, questa è stata la scaletta:

00) INTRO
01) UPRISING
02) RESISTANCE
03) NEW BORN
04) MAP OF THE PROBLEMATIQUE
05) SUPERMASSIVE BLACK HOLE
06) MK ULTRA
07) HYSTERIA
08) NISHE
09) UNITED STATES OF EURASIA
10) CAVE
11) GUIDING LIGHT
12) JAM SESSION (BASSO & BATTERIA)
13) UNDISCLOSED DESIRES
14) STARLIGHT
15) PLUG IN BABY
16) TIME IS RUNNING OUT
17) UNNATURAL SELECTION

18) EXOGENESIS: SYMPHONY, PART 1 (OVERTURE)
19) STOCKHOLM SYNDROME
20) KNIGHTS OF CYDONIA (INTRO “MAN WITH A HARMONICA”)

Che dire…è facile fare elogi, i Muse oramai hanno raggiunto un livello in cui possono permettersi quasi di tutto. Lo show è stato architettato benissimo, forse fin troppo…se devo fare una critica, posso dire che in alcuni momenti il concerto mi è apparso eccessivamente “costruito”: ogni pezzo aveva il suo preciso schema sul palco, le sue precise posizioni, i suoi precisi movimenti e questo credo che in un certo modo intacchi un pò l’improvvisazione scenica. Si…direi che se c’è un’osservazione da fare è questa.

Tutto il resto è un bagaglio di complimenti riversato sul gruppo, sui i lori tecnici, sui light designer…insomma su tutti coloro che hanno lavorato allo spettacolo.

Il post concerto vede entrare in gioco un altro ristoro “assassino” con protagonista questa volta una piadina simil-romagnola; si vaga così per un’oretta in attesa che il traffico defluisca e poi di nuovo verso casa.

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