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Il triste giornalismo 20 Ottobre 2009

Inviato da LukePet in : Poesia, Verba Volant , aggiungi un commento

IL TRISTE GIORNALISMO

Poni ed è bello il tuo interrogativo,
peccato che abbia smesso da tempo di esser vivo.
Sviluppi un manifesto per la tua figurina,
arriva la dichiarazione che allestisce la vetrina.

La chiami informazione ma qualcosa qui non torna,
la linea è sottile e la varchi dietro l’ombra
di un muro costruito da grovigli di parole,
raffinata è la tecnica che soddisfa il tuo signore.

Raccogli i frutti del tuo abile smack
che acquista il credito per una promozione shock,
mentre ti affacci agli alti piani di una società
che non vede l’esigenza di una nuova realtà.

L’unico interesse si chiama percezione.
tutto quel che dici è solo comunicazione,
l’immagine è l’arma, lo scatto è quel che conta,
se poi non hai il pensiero il problema non si affronta.

Ma arriverà il momento del giudizio da stilare,
il verdetto evolutivo che ti porterà a svanire,
toccare ed assaggiare la vergogna da pagare,
per i fatti che non hai mai voluto raccontare.

Legge di conservazione della tristezza 20 Marzo 2009

Inviato da LukePet in : Poesia, Verba Volant , aggiungi un commento

LEGGE DI CONSERVAZIONE DELLA TRISTEZZA

Evitare di voltarsi ai richiami dei piaceri,
per mirare verso un sogno di cui non si è più sicuri.
Sacrificare la delizia per ambire al traguardo,
rischio ricercato per atterrare in alto.

Il prezzo è inaccessibile per concederti di provare
ma ancora tu lo sai che tutto può cambiare.
Maledici per la libertà che non hai più avuto,
reclami il diritto per un desiderio che credi ormai perduto.

Statua gelida e inattiva, vivi immobile,
occhi tra le sbarre e sai che non ti puoi muovere,
confine invalicabile e sai che non puoi credere
alla vaga fiducia di un desiderio troppo instabile.

Consapevole delle capacità che hai per creare
hai scoperto che non hai la terra su cui fiorire.
Libertà in vetrina e il desiderio di una possibilità
di recuperare il diritto che ciò diventi una realtà.

Senza più nessuno con cui scambiar parola,
e vivere alla stregua di una nuova paura.
Patendo la fiducia che è oramai rimasta sola,
giocando con la trappola che tra le mura ti cattura.

Realizzare che tutto ciò che era il valore aggiunto,
ti ha abbandonato per le colpe che non ti sei mai assunto,
ed ora che della solitudine sei diventato il pasto,
non riesci più a credere a tutto quello che ti è rimasto.

Avere la fiducia che nel fondo riposi la giustizia,
la regola di un equilibrio che estingua l’amarezza,
una scienza ultraterrena che enunci con chiarezza
l’aspettata verità di una legge di conservazione della tristezza.

No proprio no 1 Settembre 2008

Inviato da LukePet in : Poesia, Verba Volant , 2 commenti

NO PROPRIO NO

Parole dai tuoi occhi che mi rendevano importante,
ma poi al muro mi hai schiacciato come un insetto insignificante.
L’inchiostro indelebile scrisse che tornare indietro non potevo più,
iterativamente la tua presenza mi scagliava sempre più giù.

Non voglio più sapere cosa avevi lì per me,
ho abbandonato tutto senza un vero perché.
Ho ricercato i resti di chi ho trascurato per te
e ricostruito l’affetto che da sempre vegliava su di me.

E il rifugio che ti offrivo nel momento del disagio
ora è smantellato ma ancora pulsa come il presagio
per le future circostanze che dovrai affrontare
stavolta è più difficile senza nessuno che ti può aiutare.

Padrona dei dipendenti passatempo che con lo sguardo assumi,
vittime di un contratto a tempo determinato che di nascosto irride,
ma poi eccoti dispersa nel libero mercato della vita mentre ti consumi,
assaggiando gli schiaffi scatenati da una presunzione che uccide.

No proprio no, il tuo sguardo non lo posso dimenticare
di quando ti sei accorta che eri tu a precipitare.
La prospettiva avevi sbagliato e non potevi pensare
che non eri più l’asse dove l’interesse continuava a girare.

Martire della stessa attenzione che non riesci più ad attirare,
inquieta per una situazione che proprio non vuoi accettare.
Ma se invece di offenderti imparassi a rispettare?
Forse non lo sai ma anche tu lo devi fare.

Resti 25 Luglio 2008

Inviato da LukePet in : Poesia, Verba Volant , aggiungi un commento

RESTI

Era sera, eri solo e perso in una stanza vuota,
eri fermo e ripensavi ai resti di una sensazione avuta.
Gli errori che hai commesso iniziano a colpire
e neanche la tua ombra ti riesce più a seguire.

Condannato dal tuo orgoglio rifiuti ogni ammissione,
in silenzio urli al cielo per riavere un’occasione.
Ora ostenti sicurezza ma non lo vuoi far vedere,
il rimpianto ti ha battuto scavalcando il tuo volere.

E se ti senti così forte da bruciare le mie parole,
se sei così convinto di non dover più imparare
allora spiegami perché sei avvelenato dal tuo cuore.

E se ti senti così forte da rinunciare ad ogni ammissione,
se sei così convinto di poter negare ogni confessione,
allora spiegami perché sei divorato da ogni tua convinzione.

Derive isteriche 9 Maggio 2008

Inviato da LukePet in : Poesia, Verba Volant , 1 commento finora

DERIVE ISTERICHE

Ecco la lesione che arriva e non fa male,
chiudere il dolore troppo preso per gioire.
Ecco la confusione che arriva per capire,
il rumore incompreso che riesci a percepire.

Ecco i colpi che non riescono a far male,
lo senti il frastuono che arriva per calmare.
Ecco il movimento che esplode il tuo dissenso,
la distorsione delle idee che acquista un nuovo senso.

Ecco l’algoritmo che ti permette di capire,
abbattere la porta che non sei riuscito mai ad aprire.
Eccola la chiave con cui puoi interpretare,
decodifica il messaggio che non sei riuscito mai a svelare.

Eccolo il risveglio che cercavi di trovare,
apri i nuovi occhi e il mondo puoi guardare.

Game over 2 Febbraio 2008

Inviato da LukePet in : Poesia, Verba Volant , 2 commenti

GAME OVER

Dentro una storia destinata a morire,
consumata tra odori di malinconici misteri.
Con lo sguardo ti continuo ancora a salutare
per farti capire che non c’è più niente da dire.

Tazze di caffé ancora da esaurire
per rimanere sveglio e capire come eri.
Condizioni causa-effetto ancora da incastrare
e per un momento la sensazione della vita percepire.

E fotografa il mio dito che ti dice dove andare,
forse non ci credi ma te lo puoi anche meritare.
Ti scuote la freddezza che mi porto dentro amore,
forse non ci credi ma hai chiuso con il sole.

Scavalcando il tuo sorriso
ho svelato che io morivo,
mentre mostravi il tuo buon viso
per un gioco sempre più cattivo.

Non sperare che io reagisca,
non abboccherò alla rabbia come esca.
Arriva lo schiaffo che ora senti e non ammetti
e così che ti lascio marcire in tutti i tuoi difetti.

Gesti, sguardi e piccole parole.
Odio, gelo ed un addio scritto senza cuore.

Spento 12 Gennaio 2008

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SPENTO

Camminando su una lastra di ghiaccio rotto,
mantenendo l’equilibrio per non precipitar di sotto.
Sfidare la tensione che contrae la mente,
ogni tua distrazione pugnala e si sente.

Parla e ancora parla e intanto crepe sotto vedi,
la base che si scioglie e il gelo azzanna i piedi.
Immobile rimani a guardare la sua faccia,
sputa, fuma, irride e ricatta.

Strappa dal tuo ruolo ogni libertà,
assedia ogni strato di tua sensibilità.
E ti ritrovi in un disturbo ormai spento,
ogni riconoscenza è spazzata via dal tormento.

E sei deciso a scivolare per poter poi sfuggire,
raggiungi la superficie per ancora proseguire,
affidato alla prudenza per arrivare a giudicare,
percorri la tua strada per capire cosa fare.

Camminando su una traccia di cui l’arrivo vedi,
mantenendo l’occhio fisso in ciò che vero credi.

Virus 11 Dicembre 2007

Inviato da LukePet in : Poesia, Verba Volant , 1 commento finora

VIRUS

Divertiti a bucare le mie mani ed inchiodami,
fermo a sopportare le tue infami vanità,
a cospargere pareti di sangue e malignità,
ora abbandonato nella mia ingenuità sfruttami.

Divertiti a bruciare schegge di rispetto e lasciami,
disperso nella fragilità che ogni volta doni a me,
per riscoprirmi ancora fesso e docile quando vedo te,
e nel precipizio dell’ingenuità ancora mollami.

Afflitto da emozioni ora accomodate chiedo di capire,
seduto in sala d’aspetto per un ritardo che non cessa,
e resto a digiuno per una febbre che non passa,
per rientrare in gioco o in esilio rimanere.

Mi vorresti disteso sui binari del tuo cammino,
vedendomi giacere in ogni mio patetico malanno,
aspettando che passi il vile treno dell’inganno,
per poi brindare a ciò che sei con il tuo indegno vino.

Un viso sfigurato da lacrime di odio,
denti che si stringono per occasioni ormai perdute.
Rinunce causate da speranze ormai cadute,
e la voce ora stanca che prova a dirti addio.

Escluso 10 Novembre 2007

Inviato da LukePet in : Poesia, Verba Volant , 1 commento finora

ESCLUSO

Sputi fuori la sentenza
con una prova di demenza.
Decidi tu chi incoronare
col tuo potere puoi governare.

Il tuo obiettivo è denigrare,
selezionare ed umiliare.
Nell’insulsa regola dell’apparire
ammessi e sfigati etichettare.

Con il dito di un finto Dio smistare,
concedi gloria nel tuo incanalare.
Non posso più digerire il criterio decisionale,
la tua presunzione nel modo di classificare.

Vorrei sfidarti nel pensare,
misurarmi nel rispetto per capire.
Capire tu chi sei per bloccare,
capire perché la soglia non posso varcare.

Perché la soglia non posso varcare.

Perché la soglia non posso varcare.