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Blogstory – Episodio #000 17 Novembre 2007

Inviato da LukePet in : Blogstory, Rubriche, Verba Volant , trackback

Oramai questo blog non ha più senso…è un blog sull’informatica?…si ma non solo…un blog sulla musica?…anche, ma non solo…un blog di poesie?…direi di no, ma ci sono…mettiamola così…è un blog sul libero pensiero…divulgazioni, opinioni, idee, conoscenza, demenza, informazione, creatività.

Ed ora visto che non sono ancora contento ho deciso di inserire un nuovo ingrediente a questo minestrone di post; da oggi parte un esperimento…la blogstory!
In pratica ho intenzione di scrivere un racconto suddiviso in diversi post, ogni post è un episodio. Il racconto non ha una trama ben definita, giusto alcune linee base per iniziare a costruire la storia…vedremo cosa ne verrà fuori, ad ogni post dovrò dare sfogo a tutta la mia più grande fantasia per riuscire a costruire un percorso lineare tra i vari episodi…non so se ce la farò e se avrò il tempo di farlo ma ci voglio provare…che l’esperimento abbia inizio!

Trama:

“Massimo vive la più classica delle vite regolari, una vita divisa tra lavoro e svago finchè un giorno accade qualcosa di banalmente travolgente.
E’ una tipica serata invernale di Novembre quando Massimo riceve una telefonata…ma non una telefonata qualsiasi…dall’altra parte del telefono qualcosa di misterioso sta accadendo, il preludio di una tempesta che lo travolgerà in un mondo parallelo fatto di intrighi, fuge, segreti e sangue…tutte cose che fino a quel momento pensava esistessero solo nei film”.

Episodio #000
Mi soffermai per un istante sul 15…tutti quei seni in vista non mi facevano alcun effetto tale era la preoccupazione, continuai premendo il tasto di avanzamento con ritmo cadenzato e costante…mi ritrovai di nuovo sul primo. Avevo completato il giro dei 100 canali.
In onda c’è Marzullo che intervista non so chi, l’ideale per tenere gli occhi occupati e nel frattempo pensare a tutt’altro.
Per tutto il giorno il pensiero di ciò che era accaduto 24 ore prima aveva rallentato in me mente e corpo. Avevo passato una giornata intera a fissare lo schermo LCD del bel computer che arreda il triste ufficio in cui lavoro; ho perso il conto delle domande che hanno attraversato la mia testa, ed il bello è che in nessun caso sono stato capace di dare una risposta.
Qualunque cosa facessi, leggessi, guardassi, toccassi era per me virtuale; l’unica realtà che ero in grado di riconoscere era la visione di un bivio inesistente le cui due diramazioni potevano portare o alla ricerca delle risposte che mancavano o al rifiuto di qualcosa che è successo.
Ora ero a casa sullo stesso divano, vicino allo stesso telefono, alla medesima ora; ma un giorno era già trascorso.
Cavolo, un giorno così lungo credo di non averlo mai vissuto; ero turbato dall’idea di trascorrere il resto della mia vita con il peso di un mistero così assurdo eppure così reale, dovevo sapere.
Andai in camera da letto, indossai il pesante pigiama invernale e mi infilai sotto il piumone iniziando a fissare il soffitto con uno sguardo talmente intenso che avrei potuto bucarlo. Mi girai su un lato allungando il braccio per spegnere la luce, mi immersi nelle coperte e tentai di trascorrere qualche secondo di sonno tranquillo.
Avevo deciso, domani mattina appena alzato avrei imboccato la strada verso le risposte.

continua…(si spera)

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